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Storia del Dipartimento
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Le origini della Biologia a Lecce risalgono agli anni 70 quando alcuni docenti dell’Ateneo leccese credettero con convinzione nell’istituzione del Corso di Laurea in Scienze Biologiche. Il Prof. Saverio Mongelli (ordinario di Fisica) fu sicuramente tra coloro che si prodigarono per la nascita del nuovo Corso di Laurea nell’ambito della Facoltà di Scienze. È attraverso i suoi ricordi che voglio dare inizio a questo “excursus” sui primi anni della Biologia nell’Ateneo Salentino riportando l’intervento che il Prof. Mongelli tenne in occasione del 25° Anniversario del Corso di Laurea in Scienze Biologiche, 15 Aprile 2005.
“Mi è stato chiesto di raccontare, dal mio punto di vista, come è nato e quali sono state le difficoltà di avvio del Corso di Laurea in Scienze Biologiche. A questo mi limiterò, facendo affidamento sulle cellule ancora vive di quella mia parte cerebrale destinata all’archiviazione di fatti e di atti così lontani nel tempo. L’Università di Lecce è divenuta Università Statale con legge del 21/Marzo/1967, dopo epiche battaglie di molti lungimiranti cittadini, di amministratori e parlamentari salentini. Con la stessa legge veniva concesso alla neonata Università dello Stato di istituire una nuova Facoltà oltre a quelle di Lettere e Filosofia e di Magistero: la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, ma limitatamente a due corsi di laurea: Fisica e Matematica. Una serie di contrasti e opposizioni non permisero il completamento della nuova Facoltà nel versante naturalistico. Mi trasferii a Lecce un anno dopo, nel 1968, vi giunsi con il vento della contestazione studentesca. Con mio sommo disappunto constatai che il contributo di funzionamento ordinario annuo per le esigenze di tutta l’Università di Lecce era stato fissato dalla stessa legge di statizzazione in 50 milioni di vecchie lire! Il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica si giustificava dicendo che gli Enti Locali si erano impegnati a sostenere le iniziative dell’Università salentina con contributi rivenienti dal Consorzio Interprovinciale Universitario Salentino, costituito dalle tre Province di Brindisi, Lecce e Taranto e da 95 Comuni salentini, che a loro volta si erano impegnati a partecipare contribuendo annualmente con una somma pari a 50 lire per ogni abitante. L’onere maggiore era a carico dell’Amm.ne Prov.le di Lecce. Si parlava di cifre dell’ordine di 200 milioni l’anno a bilancio di previsione, ma in realtà in cassa a consuntivo c’era solo il contributo della Provincia e di qualche Comune più sensibile, una trentina di milioni. La situazione finanziaria non permetteva di fare progetti di espansione, anche perché le poche risorse erano impegnate per le Facoltà già esistenti e per l’istituzione di nuovi laboratori, di nuove aule e di servizi per i due nuovi Corsi di Laurea della Facoltà di Scienze, Matematiche, Fisiche e Naturali.
Insieme ad altri colleghi ed al Rettore Prof. Codacci Pisanelli, al quale va il nostro ricordo riconoscente per tutto ciò che ha fatto per la nostra Università, mettemmo in campo le nostre capacità di coinvolgimento dei politici salentini. Gli innumerevoli viaggi a Roma, le lunghe anticamere nel Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, sortirono l’effetto di far migliorare la situazione complessiva. Il progetto da me messo a punto per completare con un corso di tipo naturalistico la Facoltà di Scienze assumeva maggiore consistenza e attirava più diffuse attenzioni.
Il primo atto ufficiale, che può considerarsi l’atto procreativo del Corso di Laurea in Scienze Biologiche, fu la delibera con cui il Corso fu richiesto al Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, approvata all’unanimità dalla Facoltà di Scienze, il 5/7/1974, sette anni dopo la statizzazione.
Nel verbale di quella seduta si legge: - Il Prof. Mongelli ribadisce la necessità di istituire un Corso di Laurea in Scienze Biologiche ed a sostegno di ciò porta le seguenti motivazioni:
1. completamento della parte naturalistica della Facoltà,
2. offerta agli studenti con vocazione per gli studi scientifici di uno spettro di scelta più ampio,
3. soddisfazione delle richieste provenienti da tutti gli strati sociali del territorio salentino,
4. possibilità accertata di sbocchi occupazionali,
5. importanza ed urgenza di avviare attività di ricerca integrata a livelli nazionale nel settore strategico della biochimica,
6. possibilità di reperire strutture edilizie anche in agro di Monteroni,
7. possibilità di richiedere ed ottenere dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica un congruo aumento del contributo di funzionamento per un nuovo ed impegnativo Corso di Laurea e quindi per tutta l’Università. -
Come ho detto prima, la proposta fu approvata all’unanimità e ciò assumeva un significato particolare, considerando che nella stessa riunione furono respinte le proposte di istituire un nuovo Corso di Laurea in Chimica ed un nuovo Corso di Laurea in Astronomia. Il Consiglio di Facoltà affidò al sottoscritto ed al Prof. Ferruccio Zuanni il compito di stilare una relazione dettagliata e motivata sulla necessità di apertura del nuovo Corso di Laurea in Scienze Biologiche. La proposta partì per il Ministero ma la risposta tardava.
Il 1° novembre 1976 fui chiamato a ricoprire la carica di Rettore della nostra Università. Dopo circa un anno, nel settembre del 1977, riuscii, insieme al Prof. Livio Ruggiero, che ne diventerà poi il direttore amministrativo, ad ottenere dal Prof. Pietro Parenzan la donazione della Stazione di Biologia Marina di Porto Cesareo con annesso Museo, con la sola clausola che il Prof. Parenzan rimanesse a dirigere scientificamente, a vita, la Stazione (il Prof. Parenzan era ultraottantenne ma lucidissimo ed attivissimo). Fu considerata allora un’importante opera di salvataggio di un patrimonio di grande valore culturale altrimenti destinato ad essere disperso e quindi irrimediabilmente perduto; un primo piccolo nucleo di attività di biologia marina prevista nel progetto del futuro Corso di Laurea.
Ma fu un triennio difficile quello del mio rettorato coadiuvato dal valido aiuto del Prof. Donato Valli come Prorettore. Contestazioni studentesche frequentissime, la legge di riforma universitaria del ministro Pedini, le brigate rosse e l’uccisione del Presidente Aldo Moro, la inadeguata organizzazione dell’amministrazione a tutti i livelli, la carenza di servizi, l’inadeguatezza dell’Opera Universitaria, i problemi del diritto allo studio, le discussioni interminabili su quella che diventerà la legge 382 dell’80. Due giorni alla settimana erano inevitabilmente trascorsi al ministero a Roma. Fu necessaria una ostinata ed assidua opera di convincimento nei confronti dei vari Direttori Generali del Ministero e di molti politici del Salento e non solo per riuscire ad ottenere qualche risposta significativa. Il contributo di funzionamento aumentò di molto, il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica concesse l’autorizzazione (allora non esisteva l’autonomia universitaria!) per l’attivazione del Corso di Laurea in Scienze Biologiche. Cinque anni di gestazione, non furono pochi!
Il 17/maggio/1979 con decreto del Presidente della Repubblica Sandro Pertini venivano approvate le modifiche allo Statuto dell’Università di Lecce che consentivano l’attivazione del Corso a partire dall’anno accademico 1979-80. In stretta collaborazione con il Preside Prof. Marco Modugno il 12 settembre 1979 portammo all’attenzione del Consiglio della Facoltà di Scienze, ancora composto solo da matematici, da fisici e da un chimico, la proposta di avvio del Corso di Laurea in Scienze Biologiche, con una dotazione di 80 milioni di lire annue ed una promessa di un contributo straordinario di un miliardo di lire del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Lecce, presieduto dal sottoscritto. In quella seduta, come conseguenza di una paziente, tenace e costante opera di ricerca di alleanze e collaborazioni, su nostra proposta il Consiglio di Facoltà nominò un Comitato Tecnico Scientifico di consulenza, composto da eminenti personalità del mondo scientifico biologico nazionale: Il Prof. Ernesto Quagliariello Presidente del C.N.R., il Prof. Fasella dell’E.N.I., il Prof. Molinari dellUniv. di Roma , il Prof. Cioffi dell’Università di Napoli, il Prof. Gian Tommaso Scarascia Mugnozza dell’Università di Bari e Presidente del Comitato di Agraria del C.N.R., Il Prof. Romanzi dell’Università di Genova e Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, il Prof. Montalenti dell’Università di Roma, Il Prof. Mario Innamorati dell’Università di Firenze. Preziosissimo fu il contributo da loro offerto per l’impostazione scientifica e l’aiuto a reperire le docenze qualificate dei primissimi anni di attività del corso. Senza il loro apporto non saremmo riusciti a bloccare le richieste di molti docenti delle scuole e di molti professionisti locali che si ritenevano idonei a ricoprire il ruolo di docenti universitari. Per alcuni di noi e per me in particolare, aumentò il numero di nemici personali, ma salvammo certamente l’impostazione scientifica e didattica progettata.
Accanto al Comitato Tecnico Scientifico fu nominato nella stessa seduta del Consiglio di Facoltà un Comitato di gestione per gli acquisti, per la biblioteca e per i laboratori nelle persone del Preside Prof. M. Modugno, del Prof. L. Ruggiero, della Prof.ssa Marisa Carrozzo, della Prof.ssa Rosanna Marinosci. Per gli studenti fu fissata anche una tassa per il primo anno, per tutti i laboratori, di complessive lire 40.000! Sempre in quella seduta furono avanzate richieste di posti di tecnici, di cattedre a trasferimento, di borse di studio. Furono anche decise le attivazioni delle discipline del primo anno: Istituzioni di Matematiche, Fisica, Chimica Generale ed Inorganica, Istologia ed Embriologia, Zoologia I.
Eravamo nel settembre del 79, l’Amministrazione Provinciale aveva promesso di ospitarci nel Palazzo di Medicina Sociale, di nuova costruzione, di fronte al vecchio Ospedale Vito Fazzi. Quando andammo a riferire al Presidente le decisioni della Facoltà ci venne opposto un deciso rifiuto per sedicenti sopravvenute esigenze dell’Amm.ne Prov.le. Vi lascio immaginare il panico! Ma non potevamo permetterci di fermarci.
Con veri e propri ripetuti sit in presso il Ministero delle Finanze a Roma, ufficio del Demanio, riuscimmo ad ottenere la concessione in uso della “ex Villa Tresca”. Ma erano necessari alcuni lavori urgenti, quindi trovammo una soluzione provvisoria in aule della Facoltà e della Sede Centrale dell’Università, in attesa che quei lavori fossero attuati; e lo furono con grande celerità, grazie alla professionalità di tutto l’ufficio Tecnico dell’Università.
Nell’ Ottobre ‘79 la Facoltà nomina i docenti del primo anno, che voglio qui ricordare e ringraziare per aver affrontato e superato tutte le difficoltà evidenti del momento: per Chimica Generale ed Inorganica il Prof. Michele Aresta (Università di Bari), per Fisica il prof. Sergio Fonti, per Istituzioni di Matematiche il Prof. Raffaele Esposito, per Istologia ed Embriologia il Prof. Salvatore Santacroce (Università di Bari), per Zoologia I la Prof.ssa Concetta Lombardo ed il Prof. Mario Grasso, per le Esercitazioni di Matematica il Dr. Vincenzo Conserva, per le Esercitazioni di Chimica il Dr. Giovanni Ingrosso.
Il 1° novembre 1979 fu eletto Rettore il Prof. Mario Marti. I problemi dell’avvio del corso di Biologia erano moltissimi e complessi, il 18 giugno 1980, sette mesi dopo il suo insediamento, il Rettore Marti conferì al sottoscritto una delega completa per il Corso di Laurea in Scienze Biologiche, con i compiti di coordinamento didattico, scientifico ed amministrativo. Questa delega fu confermata dal Rettore Prof. Alberto Sobrero insediatosi il 1° novembre 1980 e dal Rettore Prof. Donato Valli insediatosi il 1° novembre 1983.
La delega si è protratta fino al 1986, anno in cui fui eletto Preside della Facoltà di Scienze. Riguardando le agende di quegli anni, sono riaffiorati alla mente: le numerosissime riunioni organizzative con il Comitato Tecnico di consulenti, e con i sempre più numerosi docenti; le moltissime assemblee studentesche; i numerosi incontri con i politici salentini, gli amministratori regionali, provinciali e comunali; le innumerevoli visite al Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica; le reiterate richieste di finanziamenti, di posti di ruolo di docenti e di ricercatori; le sollecitazioni all’ufficio Tecnico per la sistemazione delle aule, degli impianti, della biblioteca, dei laboratori, del primo microscopio elettronico; i contatti con la stampa, le estenuanti contrattazioni con le ditte fornitrici delle attrezzature; la ripartizione equa fra le varie discipline del primo contributo straordinario di un miliardo di lire; le preghiere rivolte a tanti colleghi di altre università per garantirci docenze qualificate e collaborazioni scientifiche; i successi ottenuti con la questua presso tutti i Comuni salentini inadempienti verso il Consorzio Provinciale Salentino (sì, mi sono inventato la figura, autorizzata dal Presidente del Consorzio, del docente di recupero crediti, a vantaggio del Corso di Laurea in Scienze Biologiche); le battaglie in Senato Accademico ed in Consiglio di Amministrazione per ottenere il soddisfacimento delle numerosissime ed a volte incomprese esigenze di un Corso come quello di Scienze Biologiche, nuovo per l’Università di Lecce; i concorsi per l’assunzione di personale tecnico ed amministrativo e di ricercatori.
Diversi sono stati i collaboratori amministrativi e tecnici che hanno operato e collaborato nel periodo in cui ho avuto responsabilità dirette in questo corso. Le esigenze del Corso crescevano via via che dopo il primo, venivano attivati il secondo, il terzo, il quarto ed il quinto anno del primo ciclo. Tutto questo non si sarebbe verificato senza l’apporto di tutti quei docenti pionieri che, pur in assenza di infrastrutture adeguate, hanno accettato con noi la scommessa di insediare a Lecce un Corso di Laurea di alto profilo didattico e scientifico.
Per attenersi allo Statuto della nostra Università, era necessaria un’istituzione ufficiale e collegiale per la gestione amministrativa del Corso ed un’altra per la gestione didattica. Nacquero così il Centro di Biologia (D.R. 550, 21/06/1984) che si insediò il 25/6/84, con l’elezione del sottoscritto a Direttore, ed il Consiglio del Corso di Laurea in Scienze Biologiche che si insediò il 10/9/84 con l’elezione del Prof. Carlo Storelli a Presidente. Segretaria del Corso era la Sign.ra A. Azurretto, che operava in sintonia con la Sign.ra Lina Renna, segretaria della Facoltà .
A Giugno del 1985 rassegno le dimissioni da Direttore del Centro di Biologia a seguito di un incarico di insegnamento ricevuto dal Ministero degli Esteri presso l’Università di Mogadiscio. Il 19/6/85, alla direzione del Centro è eletto il Prof. Giuseppe Dalessandro, e finalmente, il 13/gennaio 1987 nasce il Dipartimento di Biologia con l’elezione a Direttore dello stesso Prof. Dalessandro.
Fra i tanti ricordi emozionanti, mi rimarrà sempre impressa la prima seduta di Laurea del Corso in Scienze Biologiche, il 22 marzo 1984, esattamente dopo i cinque anni canonici. Significò il successo conseguito tra più di mille difficoltà! In questo Corso di Laurea ho anche insegnato Fisica per dodici anni, dall’80 al 92. Molti dei docenti incardinati nel Corso di Laurea sono per me “amici” più che colleghi. Alcuni dei più giovani si rivolgono ancora a me per pareri disinteressati. Alcuni dei più anziani si rivolgono a me come ad un fratello maggiore. Personalmente, mi sento orgoglioso di aver contribuito in modo determinante alla crescita di questa splendida realtà della nostra Università, del nostro Salento, ben inserita meritatamente nello scenario nazionale ed internazionale.
Un augurio caloroso di lunga vita!”
Il mio “racconto” sulla Biologia a Lecce parte da dove si fermano i ricordi del Prof. S. Mongelli. A lui va il ringraziamento mio e di tutti i colleghi che con lui hanno condiviso i primi passi del neo nato Corso di Laurea, Centro e quindi Dipartimento di Biologia. La mia storia personale ebbe inizio nell’Ateneo Salentino nel Novembre del 1980 con la chiamata come Professore Straordinario di Botanica. Sono stato uno dei “pionieri” che si ritrovarono a fronteggiare i più di mille iscritti al Corso e che tennero le prime Lezioni itineranti nella aule di Fisica, nell’interrato del Palazzo Casto e nell’aula magna dell’allora rettorato dell’Ateneo. Ma sono stato chiamato a tracciare questa storia in qualità di Direttore del Centro e poi del Dipartimento di Biologia; per attenermi a questo, sono partito da una rilettura dei verbali delle riunioni di quel periodo. Volutamente non ho attinto ai miei ricordi per limitare l’inevitabile coinvolgimento emotivo in un’avventura che mi ha visto partecipe in questi ultimi 31 anni della mia vita.
Nel Giugno 1985 vengo eletto Direttore del Centro di Biologia, l’atto fu ratificato dal Rettore del tempo Prof. Donato Valli. Non è un caso il richiamo al Rettore Valli dal momento che anche lui ha avuto un ruolo fondamentale nella nostra storia. Tutto lo sviluppo delle strutture Dipartimentali non si sarebbe realizzato senza il suo continuo e passionale intervento a tutti i livelli.
L’attività del Centro di Biologia va avanti in maniera frenetica e incessante per risolvere i numerosi problemi burocratici, organizzativi, didattici e scientifici che si presentavano quotidianamente. Si procede al progressivo completamento dei laboratori scientifici di Anatomia, Botanica, Chimica Generale ed Inorganica, Chimica Organica, Chimica Biologica, Genetica, Fisiologia, Istologia, e Zoologia organizzati in tre vecchie palazzine dormitori di un ex centro di recupero per minorenni “Villa Tresca”. Consapevoli della inadeguatezza di queste strutture, si inizia a preventivare la costruzione di due nuove palazzine, adiacenti a quelle riadattate, da destinare a una più organica e funzionale sistemazione dei laboratori scientifici esistenti ed all’allestimento di spazi per le nuove discipline afferenti al Corso di Laurea. Parallelamente si pensa a implementare le attrezzature dei laboratori dedicati alle esercitazioni degli studenti con strumentazioni adatte ad analisi morfologiche, istologiche e chimico-biologiche. L’approccio attraverso esercitazioni pratiche è una caratteristica del Corso di Laurea in Scienze Biologiche. Da sempre, ci si è preoccupati di garantire agli studenti l’opportunità di svolgere questa parte importante della loro formazione cercando di implementare le strutture e le attrezzature destinate ai laboratori didattici nonostante la costante esiguità dei fondi erogati per questo scopo. Gli ambienti originariamente utilizzati per svolgere le esercitazioni erano due capannoni simmetrici di ampia cubatura a cui si accedeva da un ingresso dove si affacciavano anche quattro stanze. I due capannoni simmetrici, dotati di banchi chimici e cappe con i fondi di primo impianto del Corso, vengono attrezzati con piccole strumentazioni necessarie allo svolgimento delle esercitazioni di Chimica Generale ed Inorganica, Chimica Organica, Chimica analitica. L’ampiezza di questi laboratori permetteva di operare con gruppi di 50 studenti per laboratorio. Gli stessi laboratori venivano anche usati per le discipline di tipo biochimico, fisiologico e biologico molecolare. Delle altre quattro stanze, le due più ampie vengono attrezzate con microscopi, stereoscopi e piccole attrezzature necessarie allo svolgimento delle esercitazioni di Anatomia, Botanica Generale e Sistematica, Fisiologia, Genetica, Istologia, Zoologia. I due ambienti più piccoli sono riservati alle attrezzature di base (bilance, pHmetri, spettrofotometri, colorimetri, stufe, gas-cromatografi) e agli impianti tecnologici.
Tra le vecchie strutture dell’ex “Villa Tresca”, oltre alle tre palazzine e ai capannoni adibiti a laboratori didattici, erano presenti una ex palestra e due palazzine compartimentalizzate in ambienti indipendenti. La palestra, appositamente riadattata e attrezzata con banchi, viene utilizzata come aula per la didattica dei numerosi studenti del primo anno. Una delle due palazzine è adattata per lo svolgimento delle lezioni del II, III, IV e V anno di corso, l’altra viene utilizzata per biblioteca, uffici amministrativi e casa del custode.
Lentamente, l’ex “Villa Tresca” inizia ad assumere la fisionomia di un Campus Biologico, vivacizzato da un elevato numero di studenti che, raggiungendo gli ultimi anni di corso, iniziano a frequentare i laboratori di ricerca. A quei tempi era previsto un anno di ricerca in laboratorio per lo svolgimento delle tesi sperimentali. L’urgenza di nuovi spazi diventa di giorno in giorno sempre maggiore non solo per dare una risposta alle esigenze scientifiche dei docenti e degli studenti, ma anche per un’adeguata sistemazione del personale amministrativo e tecnico. Tra gli altri, diventa sempre più pressante il problema di organizzare una biblioteca adeguata, nodo cruciale per lo svolgimento dell’attività di ricerca di docenti e studenti. L’acquisizione di fondi strutturali da parte dell’Ateneo consente al Consiglio del Centro di Biologia di deliberare per avviare l’iter procedurale per la costruzione ex novo di due palazzine per la ricerca da affiancare alle strutture preesistenti.
L’adattamento di vecchi ambienti a strutture adibite alla didattica ed alla ricerca ha comportato notevoli problemi per l’adeguamento alle norme di sicurezza. Negli anni 1985/1986, i docenti del Centro di Biologia interagirono attivamente con lo staff tecnico dell’Università (Ing. A. De Vitis) e con l’Ing. L. Del Grosso (progettista esterno) per attuare le opportune modifiche (porte tagliafuoco e sistema di raffrescamento). Il tutto viene realizzato in un arco di tempo molto lungo, creando non poche difficoltà alle attività di ricerca. Altro enorme problema di quegli anni è rappresentato dai notevoli disagi dovuti all’erogazione dell’energia elettrica, per nulla adeguata alle nuove strutture dotate di strumentazioni scientifiche sofisticate. L’acquisizione di una nuova cabina elettrica e il potenziamento della rete è per il Centro di Biologia una tappa fondamentale ottenuta con estrema difficoltà. È stato sempre difficile far capire all’ufficio tecnico competente le particolari esigenze dei diversi laboratori di ricerca e quanto lavoro e materiale prezioso andava perso ogni volta che si verificavano sbalzi di tensione, senza parlare dei gravi danni alla strumentazione. Credo che questo, nonostante tutto quello che si è fatto, rimane ancora un problema non ancora del tutto risolto.
Nell’aprile del 1986, alla presenza del Ministro incaricato per gli interventi per il Mezzogiorno, si tiene a Bari una riunione per discutere sulla costituzione di nuovi centri di ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e per lo sviluppo di quelli già esistenti. I professori C. Storelli e P. De Leo, in qualità di rappresentanti dell’Università di Lecce, presentano un progetto Biotecnologico differenziato negli ambiti dell’Acquacoltura e dell’Agro-Alimentare. Lo sviluppo di questo primo approccio si realizzerà negli anni successivi.
Nel luglio del 1986, i docenti afferenti al Centro di Biologia danno inizio ad un lungo dibattito e a numerose riflessione sulla costituzione di un Dipartimento di Biologia in vista della soppressione del Centro fissata per 31/12/1986. Nei due anni e mezzo di vita, il Centro di Biologia si è reso promotore di convenzioni, conferenze, seminari, tavole rotonde e manifestazioni di largo interesse e rilievo scientifico nei vari settori della biologia. Tali manifestazioni vedono la partecipazione di docenti e studiosi da altre Università (in particolare Bari e Napoli) e da Istituti Scientifici Italiani ed Esteri.
Il 13/01/1987 viene disattivato il Centro di Biologia e si costituisce il Dipartimento di Biologia. Il Prof. Mongelli, in qualità di Decano del Centro di Biologia, dà avvio alla riunione il cui primo passo è la nomina del Direttore. A maggioranza vengo eletto Direttore del Dipartimento di Biologia. Il corpo docente del neonato Dipartimento è costituito da 10 professori ordinari: Augusto Dore Clemente, Giuseppe Dalessandro, Pietro De Leo, Saverio Florio, Gabriele Gnoni, Mario Grasso, Nelson Marmiroli, Gianni Monaco, Saverio Mongelli, Carlo Storelli; 1 prof. associato Alberto Giannone e 6 ricercatori: Genuario Belmonte, Giuseppe Cassano, Erbana Epifani, Giovanni Ingrosso, Gabriella Piro, Luisa Siculella. All’epoca si è già delineata una collaudata organizzazione amministrativa rappresentata da Carmine Romata, presente fin dai primi passi della Biologia a Lecce in qualità di segretario amministrativo, coadiuvato da C. Caroli, G. Carluccio, A. Defina, M. Stramaglia, E. Oblio. E’ anche presente personale dei servizi generali (F. Ciriolo, G. Crispi, G. Lezzi, P. Palumbo, E. Povia, G. Corrado) e personale di biblioteca (D. Cipressa, A. Quarta). Dopo innumerevoli problemi burocratici, aministrativi e tecnici nasce il Dipartimento di Biologia. Il traguardo raggiunto è importante non solo per coloro che hanno sempre creduto in questo progetto ma rappresenta un importante capitolo nella storia dell’Ateneo leccese che inizia ad inserirsi e integrarsi in specifiche realtà territoriali che iniziano a trovare nel nuovo Dipartimento un punto di riferimento scientifico. Attraverso le ricerche portate avanti dai diversi componenti del Dipartimento, l’Università di Lecce rappresenta una realtà nuova nell’ambito della ricerca biologica nel contesto regionale, nazionale ed internazionale. Come spesso succede, il Dipartimento di Biologia è noto più nell’ambito extraterritoriale che nella città stessa. L’interazione con le diverse realtà locali fu sicuramente più impegnativa rispetto alle interazioni con i Dipartimenti e le istituzioni nazionali e internazionali con le quali, i diversi componenti del Dipartimento, sviluppavano da tempo interazioni di ricerca.
A seguito dell’espletamento di una tornata di concorsi nazionali per professori di I e II Fascia, negli anni 1987 e 1988, il numero dei componenti del Dipartimento cresce con la chiamata di 1 prof. ordinario, Enrico Jannelli (Analisi di Matematica) e di 11 professori associati Ferdinando Boero (Zoologia), Calogero Canicattì (Zoologia), Giuseppe Cassano (Fisiologia Generale), Franco Contaldo (Scienze dell’Alimentazione), Piepaolo Di Nocera (Patologia Generale), Eugenio Gaudio (Anatomia Umana), Silvano Marchiori (Botanica Sistematica), Marcello Marotta (Istologia ed Embriologia), Paolo Madoni (Idrobiologia e Pescicoltura), Maurizio Pocchiari (Microbiologia Generale), Gaetano Privitera (Igiene), Ludovico Ronzini (Chimica Organica). Un ricercatore del Dipartimento è promosso a professore associato in questa stessa tornata, e un ricercatore viene acquisito per trasferimento dall’Università di Bari. Il corpo docente del Dipartimento, a fine 1988 è dunque composto di 11 professori ordinari, 13 professori associati, e 6 ricercatori. Con la chiamata dei nuovi docenti aumentano le competenze scientifiche e le aree di ricerca del Dipartimento con conseguente aumento dei problemi relativi all’acquisizione di finanziamenti necessari all’acquisto di nuove attrezzature scientifiche per i diversi laboratori di ricerca. A questo periodo risalgono le prime convenzioni con diversi enti nell’ambito della Biologia animale e vegetale. Importante per la qualificazione post-laurea degli studenti di Biologia è la costituzione del Dottorato di Ricerca in Genetica e Miglioramento Genetico delle Colture Mediterranee che vede come sedi consorziate Lecce, Piacenza, Bari, Viterbo e Parma sotto il coordinamento del Prof. G. T. Scarascia Mugnozza, Rettore dell’Università di Viterbo. Questo dottorato si andava ad aggiungere a quello di Fisiologia consorziato con le sedi di Bari e Napoli, coordinato dal Prof. De Franciscis. Attiva è anche la collaborazione con il Centro Ricerche Bonomo (C.R.B.). Particolare interesse suscita il Corso Estivo per Operatori Biotecnologici, organizzato dal Prof. N. Marmiroli e dal suo gruppo (Genetica).
Al maggio 1988 risale l’insediamento di Strutture del CNR presso l’Università di Lecce. Oltre all’Istituto di ricerca sulla conservazione dei materiali lapidei costituenti le opere monumentali e l’Istituto per lo studio dei nuovi materiali per l’elettronica, per l’area Agro-alimentare viene prevista l’istituzione del Centro di Studi per le Biotecnologie Agro-alimentari rivolto allo sviluppo di metodologie biotecnologiche applicate ai sistemi vegetali. I centri del CNR si insediano nell’area del Dipartimento di Biologia favorendo il potenziamento delle attività di ricerca e la interazione tra CNR e Università. Nell’ottica di implementare le competenze nell’ambito dell’acquacoltura, il Dipartimento accoglie favorevolmente la richiesta di nulla osta per il comando presso l’Università degli Studi di Lecce del Prof. Febo Lumare proveniente dal CNR di Lesina.
Le attività del Dipartimento sono in continuo aumento e la necessità di nuovi spazi diventa sempre più pressante. La vecchie palazzine sono ormai insufficienti per soddisfare le esigenze dei diversi laboratori affollati da un numero sempre maggiore di studenti, dottorandi e giovani laureati che, a vario titolo, continuano presso il Dipartimento la loro formazione professionale. In quegli anni era previsto un tirocinio post-laurea di 12 mesi prima dell’accesso all’esame per l’iscrizione all’Albo di Biologo, questo permetteva ai neo-dottori di prendere parte attiva alla ricerca e di confrontarsi direttamente con le proprie capacità e attitudini. In una situazione di “super affollamento” dei diversi laboratori, ricordo il sollievo che provai quando l’allora Prorettore Prof. Mauro Biliotti comunicò l’impegno dell’Università di Lecce a utilizzare i finanziamenti dei fondi FIO per le strutture di Scienze Bancarie e del Dipartimento di Biologia. Questa notizia, inizialmente recepita con scetticismo, di giorno in giorno inizia a diventare sempre più concreta. Il finanziamento avrebbe permesso la costruzione di un nuovo Dipartimento e l’acquisto di arredi tecnici e strumentazione scientifica adeguati. In attesa della nuova struttura, si attua una prima rimodulazione degli spazi dipartimentali con la consegna delle due palazzine di ricerca costruite ex novo.
Tra le importanti iniziative realizzate o in via di realizzazione nel primo triennio (1986-1988) dipartimentale, vanno segnalate:
a) l’acquisizione del Lago di Acquatina e delle aree limitrofe per la sperimentazione sul campo nel settore dell’acquacoltura e la simultanea presentazione di un progetto esecutivo di impianto pilota nell’ambito della Legge 64;
b) il potenziamento della Stazione di Biologia Marina di Porto Casareo;
c) la messa a norma delle strutture didattiche e di ricerca;
d) l’insediamento dell’Istituto di Biotecnologie Agro-Alimentari del CNR presso il nostro Dipartimento. La direzione viene inizialmente affidata al Dr. Roberto Bollini dell’Istituto di Biosintesi Vegetale del CNR di Milano. A seguito delle dimissioni del Dr. Bollini, la direzione passa al Dr. Giuseppe Zacheo dell’Istituto di Nematologia del CNR di Bari;
e) il coinvolgimento del Dipartimento nei Dottorati di ricerca in: Fisiologia (sedi consorziate Napoli e Bari) Genetica (sedi consorziate Piacenza, Parma, Bari, Viterbo) e Biochimica cellulare e Farmacologia Cellulare (sede consorziata Bari);
f) L’assegnazione di un fondo di 2 miliardi e 300 milioni di Lire per l’incremento del patrimonio immobiliare del Dipartimento;
g) espletamento di concorsi per ricercatore
h) l’assunzione di nuovi tecnici.
Durante il periodo istitutivo del Centro e nel primo triennio del Dipartimento ci si è avvalsi della collaborazione a vario titolo di colleghi provenienti da altre Università e Centri di Ricerca per lo svolgimento degli insegnamenti dei cinque anni di Corso. Nella speranza di non dimenticare nessuno, mi fa piacere ricordare e ringraziare i professori: Giorgio Casadoro, Nicola Casavola, Sandro Cavicchi, Riccardo D’Agostino, E. De Simone, Enrico D’Ambrosio, Pietro Grima, Edoardo Iatta, Enzo Lattanzio, Francesco Macchia, Montinari, L. Dinunno, Elio Parisi, Antonino Pollio, Eugenio Quaranta, Salvatore Santacroce, Giovanni Tiravanti, Adrienne Kits Van Heijninger….
Con l’inizio dell’anno accademico 1989/1990 vengo rieletto come Direttore del Dipartimento per il successivo triennio. Una tappa importante per il Dipartimento è l’accordo quadro di collaborazione scientifica fra l’Università di Lecce, attraverso il Dipartimento di Biologia, e l’Istituto di Fisiologia Clinica (IFC) del CNR di Pisa. Grande merito di questo accordo strategico va dato al Rettore Donato Valli, al pro-Rettore Gino Rizzo, al Prof. Luigi Donato (Università di Pisa), e al Prof. Carlo Storelli. Nel corso dello stesso anno accademico, vengono chiamati 2 professori di I fascia nel settore scientifico disciplinare di Ecologia (Prof. Loreto Rossi) e Idrobiologia (Prof. Giuseppe Magazzù), e ne giungono altri 2 per trasferimento sui settori di Fisiologia e Botanica Sistematica arrivano al Dipartimento i professori di I fascia Trifone Schettino, ordinario di Fisiologia (dall’Università di Messina) e Sergio Sabato, ordinario di Botanica Sistematica (dall’Università di Napoli Federico II). In questo periodo si realizza l’insediamento temporaneo, in una palazzina dipartimentale, del personale CNR afferente all’Istituto di Biotecnologie Agro-Alimentari (IRBA). A tal riguardo il Consiglio di Dipartimento, delibera di utilizzare parte della somma ricevuta dall’Amministrazione centrale per l’incremento del patrimonio immobiliare per l’acquisto dei terreni confinanti con l’area ex “Villa Tresca” per dare la possibilità al CNR di progettare e finanziare i propri Centri di Ricerca a beneficio di tutta la comunità scientifica. L’altra parte della somma viene destinata alla ristrutturazione delle aule, dei laboratori didattici, all’ampliamento della biblioteca e alla ristrutturazione degli uffici amministrativi e della casa del custode ad essi annessa.
L’anno accademico 1989/1990 si conclude con l’istituzione del Dottorato di Ricerca in Ecologia Fondamentale. Questo evento rappresenta un altro momento importante nella crescita culturale non solo dipartimentale ma di tutta l’Università di Lecce, dal momento che rappresenta il primo dottorato interamente fondato e sostenuto dalla sola università leccese.
E’ difficile riportare tutte le iniziative scientifiche e culturali sviluppate dal Dipartimento ad opera dei docenti presenti da tempo e dei nuovi arrivati. A marzo del 1991, il Consiglio di Dipartimento approva all’unanimità la relazione presentata dal Prof. Ferdinando Boero per l’Istituzione presso la Facoltà di Scienze di un Museo Naturalistico e la relazione del Prof. Sergio Sabato relativa all’Istituzione dell’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Lecce. Sfortunatamente, il collega e amico Sabato non ha visto l’evolversi del progetto per cui tanto si era prodigato perché viene a mancare improvvisamente il 30 aprile lasciando un vuoto nel Dipartimento e nell’intera comunità universitaria.
Nel 1992 il Dipartimento si rinnova con l’afferenza di 2 nuovi professori associati (Anatomia Umana, Anatomia Comparata) e la promozione a professore associato di un suo ricercatore (Chimica Organica), a parziale sostituzione di docenti che si sono, nel frattempo trasferiti altrove. Questo anno rappresenta un tappa importante per tutta la Facoltà di Scienze che celebra il suo venticinquennale.
Il secondo triennio dipartimentale è caratterizzato dall’incremento delle interazioni con Università e Centri di Ricerca nazionali, europei e statunitensi con una particolare attenzione alle collaborazioni scientifiche con le Università dei Paesi del Mediterraneo. Si intensificano le interazioni con la Confindustria, le Camere di Commercio e le Associazioni imprenditoriali nell’ambito della Regione Puglia.
Nell’ottobre del 1992 scade il mio secondo mandato da Direttore del Dipartimento. Oltre ai docenti già riportati, del Dipartimento ormai fanno parte 12 ricercatori e 22 tecnici di laboratorio. Il gruppo dei ricercatori è rappresentato da: G. Belmonte, P. Cretì, E. Epifani, A. Giangrande, G. Ingrosso, M. Maffia, A. Miceli, A. Montefusco, C. Perrotta, G. Piro, L. Siculella, L. Troisi, S. Vilella. Il gruppo dei tecnici parte dal primo nucleo costituito da S. Brizio, A. Ciccarese, A. Miceli, M. Moretti, G. Rubino, R. Sgarra, S. Vilella, agli altri che via via si sono aggiunti: R. Acierno, A. De Donno, F. Cairo, G. Carrozzo, L. Damiano, L. Dipietrangelo, E. Giangrande, C. Gravili, R. Lanubile, MR. Montinari, L. Oronzo, D. Pacoda, P. Pagliara, A. Pede, S. Treglia, V. Zonno. Ognuno, a suo modo, ha dato una spinta considerevole al progresso di tutte le attività dipartimentali. Diversi sono stati i colleghi che, a vario titolo, hanno attivamente collaborato alla crescita ed allo sviluppo del Dipartimento di Biologia, ma credo di poter riconoscere al Prof. S. Mongelli e al Rettore D. Valli un ruolo determinante nella nascita e nello sviluppo della Biologia nell’ambito dell’Università di Lecce. L’apporto del Rettore Valli è ancor più significativo tenendo conto della sua estrazione letteraria e umanistica che non gli ha impedito di guardare con spirito aperto all’evoluzione di tutte le realtà dell’Ateneo che presiedeva e, soprattutto, di quelle più piccole quale era allora il nostro Dipartimento. Non posso non ricordare l’impegno del Prof. Gino Rizzo, a quei tempi pro-rettore, che, negli anni successivi, da Rettore, si è costantemente impegnato per il Dipartimento di Biologia permettendo che si sviluppasse ai livelli attuali.
Didattica e formazione. Nell’ottica di sviluppare un preciso progetto scientifico-culturale si inquadrano l’istituzione del Corso di Laurea in Scienze Biologiche, attivato nel 1979, e successivamente del Corso di laurea in Scienze Ambientali (anno accademico 1996-1997) e di quello in Biotecnologie (anno accademico 2001-2002). Parallelamente, l’organizzazione dei gruppi di ricerca e dei relativi laboratori che si sono formati nel decennio precedente e/o che diventano attivi in questo periodo diventa sempre più funzionale a sostenere non solo la ricerca scientifica in quanto tale, ma anche tutti i percorsi didattici proposti nella interdisciplinare offerta formativa. Le attività didattiche offerte si arricchiscono nel 2000 con l’adesione al Corso di Laurea Internazionale di Primo Livello in “Biotecnologie Orientate alla Creazione d’Impresa” (“Job Creation Oriented Biotechnology”) e successivamente al Corso di Laurea Specialistica (corrispondente al Master Internazionale “Medical Application Biotechnology”), con sede centrale presso l’Università di Perugia. Di fatto, si passa quindi da una visione didattica incentrata su un unico corso di laurea ad una offerta formativa ampia ed articolata, che copre efficacemente l’ambito biologico, ambientale e biotecnologico.
Ricerca e internazionalizzazione. Nel Dipartimento di Biologia, che nel decennio precedente aveva visto il radicamento di discipline biologiche storicamente consolidate quali la Botanica, la Zoologia, la Fisiologia, l’Anatomia Umana, l’Anatomia Comparata e l’Igiene, si inseriscono stabilmente discipline “emergenti” quali la Genetica, la Biologia Molecolare, la Biologia Cellulare, l’Ecologia, la Biologia Marina, ma anche laboratori di discipline di aree diverse dalla biologica, quali quella chimica e quella medica. In particolar modo, è in questo decennio che arriva da varie parti d’Italia un gruppo di giovani professori associati, molti dei quali oggi ordinari presso il nostro Ateneo, che fanno aumentare in maniera significativa l’offerta formativa didattica da una parte e la qualità della ricerca dall’altra. L’arricchimento in competenze del Dipartimento è davvero rilevante; ad esempio, si insedia un primo nucleo di medici (un microbiologo, un patologo, un nuovo igienista) su cui si vuole puntare per ampliare la competitività del Dipartimento in campo bio-medico. E’ del 1998 la sottoscrizione di una convenzione con la University of Maryland School of Medicine e l’assegnazione della laurea honoris causa al Professor Robert Gallo, virologo tra i più noti a livello mondiale per i suoi studi che hanno contribuito alla dimostrazione che il virus HIV è l’agente causale dell’AIDS. Un periodo di enorme fermento per il nostro Dipartimento. Nel decennio, il numero dei componenti del Dipartimento aumenta di una ventina di unità (da circa 40 a più di 50).
E’ verso la fine del decennio, tra il 1998 e 2000 che il Dipartimento punta al reclutamento di giovani ricercatori, con l’istituzione dei primi assegni di ricerca nel 1998, e sulla formazione in loco dei dottori di ricerca, con l’istituzione del nuovo Dottorato di Biologia e Biotecnologie che, di fatto, sostituisce le varie opportunità di reclutamento precedentemente a disposizione degli studenti leccesi sotto forma di “dottorati consorziati” (con Bari, Napoli, Roma, ecc.).
Logistica. Nel corso del decennio c’è da registrare il significativo incremento del patrimonio logistico-strutturale a disposizione del Dipartimento di Biologia, in primo luogo con la messa in opera e ed il trasferimento, tra il 1995 e il 1996, presso il nuovo complesso Ecotekne. Il crescente numero dei ricercatori e dei tecnici di laboratorio ed un adeguato numero di tecnici amministrativi associati ad un intervento straordinario (fondi F.I.O.) nel campo delle strutture edilizie e delle attrezzature scientifiche, permette al Dipartimento di Biologia di entrare progressivamente e autorevolmente nell'agone del circuito della ricerca scientifica internazionale.
Consorzi. La maggiore visibilità in termini di strutture logistiche a disposizione e di personale altamente qualificato pone il Dipartimento all’attenzione delle comunità scientifica e imprenditoriale. In quest’ottica si deve anche intendere il cambio della denominazione da Dipartimento di Biologia a Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali (Di.S.Te.B.A.). In questo decennio, si pone in essere la realizzazione di molti consorzi con altre università o altri soggetti pubblici e privati, con l’obiettivo di far aumentare la capacità di penetrazione e l’incidenza del Dipartimento sul territorio provinciale, regionale, nazionale e internazionale.
Milestones del decennio 1992-2001
Didattica e formazione | Corso di Laurea in Scienze Ambientali | 1996-1997 |
Adesione al Corso di Laurea Internazionale di Primo Livello in “Biotecnologie Orientate alla Creazione d’Impresa” (“Job Creation Oriented Biotechnology”) e al Corso di Laurea Specialistica (Master Internazionale “Medical Application Biotechnology”), con sede centrale presso l’Università di Perugia. | 2000 | |
Corso di laurea in Biotecnologie | 2001-2002 | |
Ricerca e internazionalizzazione | Istituzione dei primi assegni di ricerca | 1998 |
Laurea honoris causa al virologo Robert Gallo | 1998 | |
Dottorato di Ricerca in Biologia e Biotecnologie | 1999-2000 | |
Logistica | Trasferimento presso il complesso Ecotekne (e contemporaneo insediamento del CNR - Area della Ricerca di Lecce presso le strutture ex Villa Tresca) | 1995-1996 |
Consorzi | Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa) | 1994 |
Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo (ISBEM) | 1999 | |
Consorzio Interuniversitario Nazionale “Metodologie e Processi Innovativi di Sintesi” (CINMPIS) | 2000 | |
Consorzio Interuniversitario di Ricerca in Chimica dei Metalli nei Sistemi Biologici (CIRCMSB) | 2001 | |
Consorzio Nazionale di Ricerca per la Gambericoltura (CoNaRGa) | 2001 |
Durante il primo (2001-2004) sulla base di una decisione collegiale il Dipartimento di Biologia decide di investire sul futuro con il reclutamento dei giovani e sposta la sua attenzione sulla richiesta di posti di Ricercatore Universitario, su assegni di studio e su borse di dottorato, piuttosto che sulla richiesta di posti di livello superiore possibilmente a beneficio della carriera degli strutturati locali. Gli avanzamenti di carriera vengono riservati alle possibilità dei singoli di farsi apprezzare in campo nazionale, e gli strutturati interni sono invitati a puntare sui concorsi banditi da altre sedi, con la garanzia, in caso di idoneità conseguita, di una chiamata con delibera del Senato Accademico.
Questa strategia, anche dettata dalle ristrettezze finanziarie dell’Ateneo, e disturbata dalla Riforma Moratti relativa alla offerta formativa che molto ha visto impegnato l’intero corpo docente cui è stato per la prima volta fatto aderire tutto il gruppo dei giovani ricercatori universitari, produce risultati anche migliori di quanto sperato. Le scelte sono risultate forse obbligate, ma ugualmente coraggiose da parte di tutto il corpo docente, che ha unanimemente rinunciato a comodi e rassicuranti, ma costosi, concorsi interni, e si è messo in discussione affrontando concorsi esterni (banditi da altre sedi universitarie) anche in settori scientifico disciplinari nei quali in sede non figurava un evidente peso politico-scientifico nazionale.
Questo credo abbia rappresentato uno dei momenti di maggior crescita umana, culturale e scientifica del nostro dipartimento.
Su questa base, nel tempo (2001-2008) sono stati reclutati un totale di 17 ricercatori (3 in sostituzione di dimissionari o trasferiti) e 6 tecnici, a fronte di una perdita (per vari motivi) di 7 unità (2 professori ordinari, 3 ricercatori, 2 tecnici). Inoltre, a fronte di un solo concorso interno per professore associato, si è registrato il conseguimento di 4 promozioni a professore ordinario e di 4 a professore associato, e la nascita di 3 nuovi laboratori di ricerca (Ecologia del Paesaggio, Zoogeografia e Fauna, Biologia Molecolare).
A causa del gravoso impegno temporale per la didattica della riforma, la situazione della ricerca scientifica viene risolta e mantenuta con il suo affidamento nelle mani dei validi e giovani formati.
Viene potenziato, con cospicui co-finanziamenti dipartimentali, il numero di assegni di ricerca, e le borse di dottorato. Tanto che con modifica di regolamento i rappresentanti degli assegnisti vengono ammessi al Consiglio di Dipartimento. Si arriva ad avere un massimo annuo di 19 assegni di ricerca, successivamente ridotti a 15-16, e 11 borse di dottorato per ciclo, il che è significato una aggiunta di circa 75 unità di giovani ricercatori (non strutturati) ai componenti ufficiali del DiSTeBA, praticamente raddoppiandone il numero dei componenti. Il credito riservato ai propri mezzi, consentendo di fare affidamento sulle leve giovani cresciute all’interno delle vie di formazione sostenute dal dipartimento stesso (3 consigli didattici per 10 corsi di laurea), ha così prodotto, nonostante tutto, una crescita della produzione scientifica.
Di questo periodo (2001) è l’istituzione di una distribuzione sperimentale dei fondi per la ricerca di base (ex 60% dei fondi ministeriali) sulla base dell’importanza della tribuna internazionale che ha accolto i risultati delle ricerche di ciascun singolo gruppo. Tale sistema di autovalutazione è applicato per la prima volta nell’Ateneo leccese e verrà riconosciuto come co-responsabile della netta impennata del numero e della qualità dei prodotti della ricerca validi per la valutazione scientifica, da parte del dipartimento stesso, al punto che nel futuro la percentuale destinata a premiare i prodotti di ricerca, pubblicati sulle riviste più quotate, sarà accresciuta.
L’internazionalizzazione del lavoro di ricerca, evidente dagli ambiti internazionali in cui i risultati delle ricerche sono pubblicati, è sostenuta anche dalla organizzazione di alcuni convegni internazionali (Microscop. Elettron., 10° Cell Wall Meeting, CCMS NATO Workshop, Marine Biodiversity and Ecosystem Functioning, Pharmaco Biometallics) oltre ad una serie numerosa di appuntamenti congressuali di rilievo nazionale (97° Soc. Botanica Ital., ISBEM, GEI, Fisiol. Vegetal. e Botanica Agr., 8° Biodiversità, Fisiologia Generale).
La decisione Dipartimentale di ampliare i propri interessi nell’ambito territoriale si realizza con il finanziamento di numerosi progetti e contratti PON, INTERREG, conto terzi, che consentono il cofinanziamento degli assegni di studio, delle attività dipartimentali, e mettono in sintonia il mondo della ricerca accademica con la realtà territoriale e le sue esigenze. È questo il periodo in cui l’interazione col territorio, completata dalla apertura definitiva al pubblico delle strutture museali disponibili (Museo di Biologia Marina e Orto Botanico), si traduce anche nella creazione dei primi Spin-off dell’intera Università del Salento. Tutti i laboratori, nei settori di loro competenza, interagiscono con il territorio in problemi di interesse comuni.
All’aumento conseguente del budget economico dipartimentale, corrisponde una maggiore e più puntuale attività amministrativa. Dall’analisi dei bilanci economici annuali si può evincere come nel tempo il finanziamento ordinario ministeriale sia sempre rimasto sotto il 33 % delle entrate complessive (e sotto il 20% nella maggior parte dei casi), grazie a contratti di ricerca esterni e conto terzi, che l’interazione con il territorio ha saputo produrre.
L’aumento della attività dipartimentali stimola il Dipartimento all’attivazione di servizi interni: vengono attivati il servizio didattica ed il servizio sicurezza e gestione rifiuti ciascuno con un responsabile tecnico ed uno scientifico, e viene potenziato il servizio biblioteca che subisce un positivo riposizionamento nella sfera delle risorse dipartimentali.
Nel prosieguo del mandato la linea politica del Dipartimento non cambia, nonostante le ristrettezze economiche che cominciano ad esercitare un effetto negativo, e le novità normative e riformanti del panorama nazionale, quasi a conferma della fiducia che la comunità dipartimentale ha riconosciuto nella politica seguita.
Apertura sul territorio, investimento sui giovani, e attenzione al valore scientifico maturato in sede, hanno costituito la base della crescita dipartimentale e le ragioni della sua affermazione a livello di Ateneo locale e, in diversi casi, a livello nazionale e internazionale.
Gli ultimi tre anni della ricerca biologica all’Università del Salento hanno coinciso con un momento di profondo e critico cambiamento.
In questo clima le aspettative di affermazione maturate nei periodi precedenti non garantivano di poter essere mantenute, eppure la comunità dei Biologi universitari salentini ha ugualmente continuato a conseguire risultati, anche a dimostrazione del grande lavoro di base svolto in passato e del forte spirito di abnegazione e di avanguardia che, radicato da tempo, è evidentemente stato pronto a risolvere i problemi incontrati.
L’internazionalizzazione della ricerca biologica salentina (riconoscibile come quella del DiSTeBA, di cui, però, fanno parte anche 5 docenti dell’Area Chimica) si consolida con oltre 120 prodotti (ricerche) pubblicati su riviste internazionali nel solo 2010, a consolidamento di un trend in aumento, che era cominciato con 2 soli prodotti nel 1987, e che segnava ancora “solo” 33 prodotti per l’anno 2000. La grande vivacità produttiva ha giustificato e sostenuto, per altro, la organizzazione in sede di congressi internazionali praticamente ogni anno. A questa ventata di internazionalizzazione partecipano ormai in modo costante gli studenti stranieri che numerosi vengono a formarsi e specializzarsi nei laboratori biologici salentini, e la istituzione, dall’a. a. 2010-2011, della prima laurea internazionale dell’Ateneo Salentino (ed una delle uniche dell’intera Italia Centro-meridionale) in Coastal and Marine Biology and Ecology.
La crescita del numero dei prodotti della ricerca biologica è, peraltro, affiancata anche dalla crescita del loro valore assoluto, come testimoniano le presenze di biologi dell’Università Salentina sulle riviste scientifiche più prestigiose del mondo, che prima di questo ultimo periodo non ne avevano mai ospitato i risultati.
Il sostegno alla ricerca, divenuto sempre più esiguo il contributo finanziario ministeriale, continua a pervenire dai contratti e le consulenze esterne, nonostante anche l’intera economia nazionale abbia sofferto le forse necessarie ristrettezze economiche imposte dal Governo.
Una soluzione probabilmente originale della struttura di ricerca biologica salentina, è stata l’aver indirizzato le proprie ultime risorse al reclutamento del personale tecnico. In penuria di nuovi posti di ricercatore, infatti (solo 3 reclutamenti negli ultimi 3 anni), e nella necessità di contrarre il numero delle borse di dottorato, Il DiSTeBA si è attestato su una difesa strenua del minimo offribile (6 borse di dottorato, e 10 assegni di ricerca contro le 11 e rispettivamente 19 di tempi più fortunati) ed ha optato per una politica di reclutamento di personale tecnico, su fondi propri, che ha portato il corpo tecnico dipartimentale praticamente ad eguagliare nel numero il corpo docente (54 a 59).
Ciò ha consentito di potenziare i servizi tecnici dipartimentali (forti di 25 tecnici) senza impoverire i singoli laboratori di ricerca.
In questi pochi anni, inoltre, hanno visto la luce anche nuove strutture esterne come l’Osservatorio Ecologico della Salute degli Ecosistemi Mediterranei (OESEM) presso il Faro di Capo d’Otranto, ed è stato acquisito il Museo dell’Ambiente dell’Università, istituzione prima extradipartimentale.
È di questo periodo anche la formalizzazione di collaborazioni esplicitamente tese ad aprire la strada alla istituzione di una facoltà di Medicina nell’Università del Salento, con la partecipazione del DiSTeBA all’istituzione di un Laboratorio di Proteomica e l’adesione ad un Distretto per la Ricerca Interdisciplinare Applicata alla Medicina (DReAM). L’inserimento in reti di ricerca è confermato dall’aumento del numero di consorzi nazionali partecipati come il CoNISMa (Consorzio Nazionale Interuniversitario per la Scienza del Mare), il CInMPIS (Consorzio Interuniversitario Metodologie e Processi Innovativi di Sintesi), il CoNaRGa (Consorzio Nazionale Ricerca sulla Gambericoltura), il CIRCMSB (Consorzio Interuniversitario di Ricerca … ), di consorzi tematici Europei (Biotechnet, NORMAN), di Centri di Competenza Nazionale (DARE nel settore agroalimentare, BIOSISTEMA per le Biotecnologie), e di Reti di Laboratori Pubblici di Ricerca (SELGE per analisi sui prodotti del settore agroalimentare, LBMPF per analisi microbiologiche sui prodotti farmaceutici). A mezzo della SBM, il DiSTeBA è, inoltre, da tempo nel network di eccellenza europeo per lo studio della biodiversità e il funzionamento degli ecosistemi marini (MarBEF).
La laurea honoris causa conferita, nel corso dello sviluppo della Biologia salentina, a prestigiosi ricercatori (Rita Levi Montalcini, Jean Bouillon, Robert Gallo, Walter J. Gehring) che in qualche modo hanno promosso la crescita e l’affermazione di linee di ricerca del DiSTeBA, è una testimonianza evidente della profonda radice e del livello dei risultati che la ricerca scientifica del DiSTeBA è stata in grado di mantenere anche in periodi di scarsa disponibilità finanziaria.
A 30 anni dalla istituzione del Corso di Laurea in Biologia, è questo il periodo dei primi pensionamenti che riguardano il corpo docente dipartimentale, al punto che per la prima volta il saldo demografico del corpo docente appare negativo (dal 2008 al 2011, 4 docenti vanno in pensione contro solo 3 nuovi reclutamenti di ricercatori). Ai due concorsi concessi per professore associato, fa eco un totale di 3 promozioni da ricercatore a professore associato e 3 promozioni da professore associato a ordinario. Questo porta il bilancio delle promozioni di livello del personale docente del DiSTeBA a un totale di 21 (11 prof. Ordinari e 10 prof. Associati), nel decennio regolamentato dalle nuove norme concorsuali, contro solo 4 concorsi (tutti per professore associato) banditi e gestiti in sede, a conferma della forte competitività nazionale acquisita dalla Biologia e la Chimica del DiSTeBA. In ogni caso, il saldo negativo del corpo docente è fortemente contenuto dalla crescita numerica del corpo tecnico che annovera 14 nuovi arrivi contro solo 2 pensionamenti.
La robustezza scientifica e l’affidabilità del DiSTeBA sono state, peraltro, testimoniate dalla singolare controtendenza con cui sono state gestite le nuove situazioni derivanti dall’entrata in vigore della riforma universitaria del 2011. A fronte dello smembramento di alcuni dipartimenti preesistenti dell’Università del Salento e dell’accorpamento di altri, il DiSTeBA, che già aveva intrapreso una politica di acquisizione di ambiti progettuali e strutturali con l’inglobamento del dottorato di Cambiamenti Climatici in quello di Ecologia Fondamentale, l’apertura della nuova struttura OESEM, e l’acquisizione del Museo dell’Ambiente, si è visto interessato dalle richieste di afferimento di alcuni docenti provenienti da altre realtà azzerate. Ciò in particolare non dimostra solo la tenuta amministrativa e gestionale del DiSTeBA in un periodo di profondo cambiamento ma, cosa forse più importante, il riconoscimento di fatto della capacità di progetto interdisciplinare, derivato dalla sua realtà diversificata ma collaborativa, che ha generato questa spinta centripeta il cui risultato, in periodo di carenza di risorse finanziarie e di posti di lavoro, si traduce, ancora una volta, in un allargamento del campo di azione della ricerca interdisciplinare cui la Biologia salentina ha saputo dare vita.